Il Comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune di Tivoli:
Stop alla plastica monouso non compostabile nel Comune di Tivoli a partire dal 1 gennaio 2022. A stabilirlo è un’ordinanza firmata oggi dal sindaco Giuseppe Proietti, che fissa il “divieto di commercializzare e utilizzare materiali in plastica monouso non compostabili e destinata alle attività commerciali di qualunque natura presenti sul territorio tiburtino”. L’ordinanza – che si rifà alla direttiva europea 904/2019 che mette al bando alcuni prodotti di uso quotidiano in plastica monouso – dispone una serie di divieti e obblighi con l’obiettivo “di fare in modo che lo smaltimento costituisca la fase residuale della gestione dei rifiuti e per ridurre la produzione dei rifiuti, delle emissioni inquinanti e dei rischi ambientali”.
Non ci sono soltanto i valori universali generali di rispetto dell’ecosistema alla base del provvedimento. L’ordinanza è, infatti, la naturale evoluzione di un percorso a vocazione ecologista e ambientalista (nel suo significato più ampio) che la città di Tivoli ha intrapreso negli ultimi anni – evidente, ad esempio, nei risultati della raccolta differenziata (che nel 2020 ha raggiunto il 78%), frutto di una lodevole attenzione dei cittadini tiburtini ai principi del rispetto dell’ambiente e del decoro urbano -. Alla base dell’ordinanza c’è anche l’esigenza di avviare azioni vere e concrete di tutela del patrimonio storico e architettonico di Tivoli e del suo territorio ricco di ambienti fluviali messi a rischio dall’abbandono quotidiano di rifiuti di plastica. Un impatto che si riflette negativamente anche sul turismo ecosostenibile sul quale puntano la città – con i suoi operatori economici e turistici – e l’amministrazione comunale. Risale, a tal proposito, a poco più di una settimana fa l’adesione anche del Comune di Tivoli alla campagna “Io viaggio italiano” promossa dalla fondazione Univerde per un turismo sicuro, sostenibile, “smart”.
I vincoli in vigore nel territorio comunale dal primo gennaio 2022 saranno i seguenti: gli esercenti di attività commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande, anche in forma itinerante, non potranno distribuire ai clienti sacchetti da confezione o da asporto (monouso) in materiale non compostabile; i titolari di attività di ristorazione (mense scolastiche pubbliche e private, bar, ristoranti, pizzerie, pub, stabilimenti termali e balneari e attività simili), che somministrano alimenti e bevande (anche in forma itinerante), e i titolari di attività alberghiere (inclusi B&b, case vacanze e campeggi) non potranno distribuire piatti, bicchieri, posate, cannucce, mescolatori di bevande monouso in materiale non compostabile a partire; tutti gli esercizi commerciali, anche in forma itinerante, non potranno vendere sacchetti da confezione o da asporto, piatti, bicchieri, posate, cannucce, cotton fioc, mescolatori di bevande in materiale monouso in plastica, e comunque in materiale non compostabile (a partire da tale data sarà, quindi, consentita la vendita nei propri banchi esclusivamente di stoviglie, contenitori e imballaggi compostabili); i commercianti, i privati, le associazioni e gli enti in occasione di feste pubbliche, sagre, manifestazioni, potranno distribuire esclusivamente piatti, bicchieri, posate, cannucce, bottiglie e sacchetti da asporto in materiale compostabile; coloro che, a partire dall’entrata in vigore dell’ordinanza faranno acquisti di ogni genere in esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione di bevande e alimenti, dovranno utilizzare per l’asporto dei prodotti acquistati esclusivamente confezioni e sacchetti in carta o altro materiale compostabile, oppure borse riutilizzabili in stoffa o in tessuto. Nelle more, inoltre, dell’entrata in vigore dell’articolo 6 della direttiva comunitaria Sup (single use plastic) 904/2019 prevista per il 3 luglio 2024, nel territorio comunale sarà vietato commercializzare bevande in bottiglie monouso in plastica, Pet (polietilene tereftalato) e Pla (acido polilattico).
«L’ordinanza che vieta la commercializzazione e l’utilizzo degli oggetti monouso in plastica non compostabile costituisce un tassello fondamentale nel progetto che da sette anni stiamo costruendo per fare di Tivoli una città che rispetta l’ambiente e la salute della sua comunità», spiega il sindaco. «È una norma che si spera possa evitare di farci avere sotto gli occhi quei cumuli di rifiuti di plastica che spesso siamo abituati a vedere lungo il corso del nostro storico e amato fiume Aniene, in modo particolare nel centro urbano nel bacino di San Giovanni, e sotto le arcate romane di ponte Lucano a Villa Adriana. Con questo, Tivoli, oltre che cercare di rispondere direttamente alle esigenze di tutelare la propria comunità, vuole contribuire anche per la piccola parte che le compete, a evitare che possano scorrere sotto gli occhi di cittadini e turisti le immagini delle distese di plastiche che, purtroppo, siamo ormai quasi abituati a vedere nei mari e negli oceani. Dobbiamo pensare che quelle isole di plastica che si formano nei mari e negli oceani sono frutto anche dei prodotti che noi abbiamo sinora versato nel nostro fiume Aniene. Siamo avvezzi a pensare – quando vediamo le immagini dei servizi televisivi – che quelle siano situazioni lontane da noi e che non ci riguardino. Al contrario, sono situazioni che anche noi contribuiamo o abbiamo contribuito a provocare giorno per giorno, anno dopo anno. Non dimentichiamo mai, infatti, che il nostro fiume confluisce nel Tevere, il quale a sua volta confluisce nel mar Mediterraneo. Tutta la catena alimentare è coinvolta nell’inquinamento dovuto alle plastiche. Una motivazione particolare muove questa “rivoluzionaria” ordinanza: noi viviamo in un contesto territoriale che, con gli splendidi giochi d’acqua di Villa d’Este; con le cascatella e con la maestosa cascata di Villa Gregoriana; con le acque del Canopo e del Teatro marittimo di Villa Adriana; con il fascino romantico delle arcate romane di ponte Lucano e del mausoleo dei Plautii, che vanno assolutamente tutelati oggi per preservarli per sempre. Le acque permeano il nostro territorio facendone un tutt’uno con la sua storia, con i suoi monumenti, con la gente che lo ha abitato e che lo abita attualmente. Un altro importante elemento che contraddistingue questo legame con l’acqua, è la centrale dell’Acquoria: Tivoli è stata la prima città ad avere una illuminazione elettrica nella rete pubblica, da quasi 140 anni ha sempre prodotto energia idroelettrica, quindi energia pulita. L’accumulo e la diffusione di questa enorme quantità di plastica finisce per interessare inevitabilmente anche i nostri impianti di produzione di energia e vanno a ogni costo eliminati. Ringrazio in modo davvero sentito per aver collaborato alla definizione di questa ordinanza, l’assessora alle Politiche ambientali Eleonora Cordoni; il presidente della commissione consiliare Ambiente Gabriele Terralavoro e l’amministratore unico di Asa Francesco Girardi, che dell’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente fanno quotidianamente il loro principio ispiratore. Ringrazio anche tutte le associazioni dei commercianti, degli albergatori e le due reti d’impresa tiburtine che si sono mostrate molto favorevoli all’ordinanza e, anzi, alcune già pronte da tempo con iniziative “plastic free”. Tutti hanno condiviso formalmente con l’amministrazione comunale le preoccupazioni per l’attenzione da porre alla salvaguardia dell’ambiente e insieme ci faremo promotori di una serie d’iniziative per illustrare e informare gli operatori e i cittadini sulle cure da porre per l’attuazione dell’ordinanza».
Soddisfazione per la firma dell’ordinanza che stabilisce lo stop alla commercializzazione delle plastiche monouso non compostabili, è stata espressa anche dall’amministratore unico di Asa Tivoli spa: «L’azienda accoglie con entusiasmo l’ordinanza del Comune di Tivoli», commenta Girardi, «che recepisce la direttiva europea Sup sul “plastic free” e la perfeziona calandola sulle caratteristiche, le vocazioni e le esigenze del territorio tiburtino, fornendo, così, uno strumento concreto per contribuire a evitare, in modo progressivo ma efficace, la grave situazione di abbandono di plastiche e bioplastiche monouso nelle acque fluviali e marine. Le plastiche e le bioplastiche monouso, purtroppo sono più difficili da raccogliere: essendo realizzate con tecnologie che le rendono sempre più leggere, si disperdono nell’ambiente molto facilmente degradandosi, rilasciando microplastiche che inquineranno terreni e acque per centinaia di anni. Le alternative all’usa e getta esistono da sempre e tanti cittadini, ristoranti, strutture ricettive e commercianti, sono da tempo in linea con la direttiva europea che Tivoli oggi accoglie tra i primi Comuni in Italia. È a loro che la società deve guardare per indirizzare ogni forma di transizione ecologica».